Confina con la provincia di Vicenza e fa parte della sua diocesi. La testimonianza della presenza di antichi insediamenti sul territorio di Roncà, è stata decisa dal ritrovamento di preistorici attrezzi da lavoro sul monte Calvarina, che sono, a tutt'oggi, conservati nel Museo francescano di Chiampo e dal ritrovamento di una lapide di copertura di un sarcofago romano, che è, attualmente, la copertura della tomba-monumento ai Caduti della Libertà.
Il periodo medioevale fu piuttosto travagliato. La storia del paese di Roncà ha inizio il 20 gennaio del 1300, durante il dominio di Alberto della Scala, il quale stabilì patti con un gruppo Cimbro: si poteva coltivare il terreno gratuitamente con il solo obbligo di versare alla fine di ogni anno 20 soldi ed un agnello allo stesso Alberto della Scala. La Serenissima ebbe il pregio di regolamentare le varie colture, (la tipica uva Durella era già conosciuta allora con il termine "Durasena"), di bonificare molti terreni, di canalizzare i corsi d'acqua con la possibilità di irrigare oltre all'uva tipica, anche olivi e colture erbacee come il frumento, la segale, il sorgo ed il mais. Tra il 1600 e il 1700, le pestilenze descritte anche dal Manzoni nel suo famoso romanzo "I Promessi Sposi" e la carestia colpirono in maniera devastante la popolazione roncadese sino a ridurla a poche centinaia di persone.
Geologia
L'Orizzonte geologico di Roncà è importante per la ricchezza di fossili dell'Eocene medio-superiore, ovvero risalenti a circa 40 milioni di anni fa, quando la zona si presentava come un ambiente costiero subtropicale dominato dall'antico mare della Tetide e da un maestoso complesso vulcanico attivo costituito da quelli che oggi sono il Monte Calvarina, il Monte Crocetta e il Monte Duello. Le frequenti eruzioni vulcaniche interrompevano spesso il normale processo di sedimentazione carbonatica marina creando una serie di strati misti di calcari e rocce vulcaniche.